L'io-pelle

 

 Da qualche decennio siamo consapevoli che una buona cura del bambino nei primi anni di vita rappresenta il migliore elemento protettivo della sua salute emotiva.

 

 

Siamo a conoscenza di quanto il corpo riesca a custodire memorie corporee: la dolcezza della mamma, i suoi movimenti, il tocco delle sue mani, la velocità o la lentezza dei suoi gesti vengono registrati nelle reti neurali del neonato diventando parte fondante dell'esperienza del bambino. Tale esperienza pone le basi per l'importante legame di attaccamento che avrà con la sua figura principale di cura.

 

Ma cosa succede se queste esperienze non sono buone, se non portano al neonato un'esperienza sicura, ma sensazioni sgradevoli, come rifiuto, rabbia o abbandono? Non sempre le condizioni in cui un bambino viene accolto rappresentano un nido morbido e accogliente. Può accadere che il neonato sperimenti sensazioni negative e dolorose, portate da una depressione post-parto, conflitti tra i familiari, condizioni socio economiche negative etc.

In questi casi il corpo reagisce registrando e memorizzando le sensazioni che vive il bambino, creando delle reti neurali caratterizzate da  memorie  corporee negative.

Didier Anzieu, propone il concetto di Io-pelle, inteso come una rappresentazione di cui si serve l'Io del bambino, durante le fasi precoci dello sviluppo, per rappresentare se stesso come individuo che si definisce a partire dalle esperienze sulla superficie del corpo. l'Io-pelle rimane come esperienza integrata o dissociata del se del bambino e, con la crescita, può manifestarsi come parte del se funzionale oppure  determinarsi come elemento non integrato legato al corpo o alla percezione del corpo.

 

Il percorso di psicoterapia corporea permette all'individuo di riconoscere queste parti non integrate del sé che si manifestano come sintomi e, grazie alle diverse tecniche, si ha la possibilità di sentire sia livello emotivo che fisico le conseguenze dell'identificazione disfunzionale precoce.

Per il Paziente la possibilità di ascoltare il proprio corpo, entrando in contatto con minime sensazioni e modificazioni fisiche, rappresenta un importante momento di conoscenza di sè. Le diverse parti hanno in questo modo la possibilità di manifestarsi ed esprimersi pienamente, permettendo l'integrazione di aspetti vissuti come non buoni e dannosi.

 

In molte situazioni l'utilizzo dell'Emdr rappresenta un completamento profondo e necessario per far sì che alcuni ricordi, vissuti come traumatici, possano integrarsi in reti neurali più ampie, morbide, e funzionali ad un sano equilibrio emotivo e corporeo.